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Quando la scrittura diventa una questione politica

3 Luglio 2019

Stella Nyanzi, 43 anni, è stata arrestata nel novembre del 2018 dopo aver scritto e pubblicato sulla propria pagina Facebook un poema critico nei confronti del presidente ugandese Yoweri Museveni. La pagina Facebook di Nyanzi ha attualmente più di 207 mila follower.

Il poema afferma che l’Uganda sarebbe stata risparmiata se l’utero della madre di Museveni avesse abortito un tale presidente che ha interrotto ogni forma di democrazia e buon governo.

È una scrittura femminista che evoca le immagini della vagina per esprimere una condanna alla corruzione e all’oppressione, ed è per questo che è stata considerata dallo Stato diffamatoria e umiliante: Nyanzi è stata accusata di aver violato le sezioni del Computer Misure Act sulle molestie informatiche e sulla produzione di contenuti “osceni ed indecenti”, e ora è in carcere nella prigione femminile di Luzira.

Conosciuta per le sue scelte politiche radicali e per la sua inclinazione a sfidare il potere ugandese attraverso una scrittura fortemente denigratoria, Nyanzi è un’autrice e professoressa di antropologia medica all’Istituto per la Ricerca Sociale di Makerere. I suoi studi e i suoi scritti riservano una particolare attenzione a questioni fondamentali legate al genere, alla sessualità e ai diritti umani. L’autrice era stata arrestata in altre occasioni per la sua militanza e l’attivismo sociale, inoltre aveva già mosso sulla sua pagina Facebook diverse critiche verso il Presidente e sua moglie Janet Museveni, scelta dal marito come Ministro dell’Educazione e dello Sport. Una delle critiche più aspre, e che ha avuto una certa risonanza nel Paese, è quella relativa al fallimento del governo nel progetto di fornire assorbenti alle studentesse meno facoltose per contrastare l’abbandono scolastico.

La scrittura provocatoria di Nyanzi, che utilizza i social come mezzo principale di dissenso, è destabilizzante per il potere decennale di Museveni. In Uganda ogni forma di protesta viene proibita e repressa con la forza; inoltre l’intento della legge che regolerebbe l’uso del computer è la censura.

L’arresto dell’autrice è stato denunciato da diverse ONG tra cui Amnesty International, che lo ha definito un’«azione giudiziaria motivata politicamente», e Human Rights Watch, che ricorda che le critiche verso ogni figura ufficiale vanno rispettate anche se sono espresse con un linguaggio politicamente scorretto e offensivo. Inoltre si sono attivate diverse mobilitazioni internazionali di sostegno e solidarietà a Nyanzi, in particolare l’African Studies Association of Africa ha pubblicato una dichiarazione di sostegno in cui afferma che «la libertà di un gruppo di africani è priva di significato senza la libertà di tutti»; anche Africa is a Country invita a un movimento di solidarietà globale per porre fine alla persecuzione di Nyanzi e degli ugandesi attraverso l’utilizzo dei social media, l’organizzazione di dibattiti ed eventi di protesta, donazioni per sostenere i costi legali.

Yoweri, they say it was your birthday yesterday.
How traumatically wasted a day!
I wish the poisoned uterus sitting just above Esiteri’s dry clitoris had prematurely miscarried a thing to be cast upon a manure pit.
Prematurely miscarried just like you prematurely aborted any semblance of democracy, good governance and rule of law. […]

Trad. ita

Yoweri, dicono che era il tuo compleanno ieri.
Che giorno sprecato!
Vorrei che l’utero avvelenato che stava sopra il clitoride secco di Esiteri avesse abortito prematuramente una cosa da gettare su una fossa di letame.
Prematuramente abortito proprio come tu hai interrotto prematuramente ogni parvenza di democrazia, buon governo e stato di diritto. […]

 

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